LA SECONDA INDAGINE NAZIONALE SU SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: PROMUOVERE IL BENESSERE DEI LAVORATORI, condotta su un campione rappresentativo della forza lavoro nazionale composto da 8000 lavoratori e 1000 datori di lavoro, ha delineato un quadro delle condizioni lavorative in Italia ottenuto sulla base della percezione dei rischi presenti in azienda e della consapevolezza in merito al sistema di tutela previsto dal D.lgs 81/08.
Insula 2, la seconda indagine nazionale realizzata nel corso del 2019 dal Dipartimento di Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale allo scopo di progettare nuove politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro, si è conclusa evidenziando importanti risultati in funzione di un miglioramento del benessere dei lavoratori.
Secondo quanto emerso dalla survey, la maggior parte dei lavoratori non percepisce una presenza significativa di rischi per la salute nei luoghi di lavoro, anche se questa percezione varia notevolmente in base al settore lavorativo di appartenenza: nel settore sanitario, per esempio, i lavoratori hanno evidenziato una maggior preoccupazione per l’eventuale contrazione di malattie. Nel settore edilizio e dei trasporti, invece, aumenta esponenzialmente il timore di infortuni. Il rischio stress-lavoro correlato è risultato quello a cui i lavoratori si sentono maggiormente esposti, seguito dal rischio biomeccanico ed ergonomico, dal rischio da lavoro al videoterminale e dai rischi fisici. Tra i fattori psicosociali percepiti con il maggior livello di rischio, sono emersi: la scarsa autonomia decisionale, la mancanza di supporto da parte di superiori o colleghi e gli scarsi riconoscimenti per il proprio lavoro.
L’indagine ha inoltre fatto chiarezza sull’applicazione dello smart working da parte delle aziende colpite dalla pandemia globale, evidenziando inoltre che solo l’11% delle attività ha disposto misure per lo svolgimento del lavoro da casa. Tra i dipendenti che hanno usufruito dello smart working, il 70% degli intervistati (tra cui una preponderanza di donne) ha evidenziato un netto miglioramento nel bilanciamento tra vita professionale e privata determinato dal lavoro da casa. Positivo il responso in merito all’utilizzo di nuove tecnologie per lo svolgimento dell’attività lavorativa: la maggior parte del campione analizzato ritiene che la tecnologia sia uno strumento indispensabile nel supporto allo svolgimento del proprio lavoro.
Per quanto concerne la percezione del rischio biologico (con un’evidente attenzione al rischio di contagio da SARS-COV-2), la categoria che si sente maggiormente a rischio è rappresentata dai sanitari, seguiti dalle persone impiegate nell’istruzione, nell’amministrazione pubblica e nelle Forze dell’Ordine. La ricerca si è infine occupata di analizzare i mezzi di trasporto utilizzati dagli intervistati per recarsi presso i luoghi di lavoro interessati: il 15,6% utilizza mezzi pubblici, il 77,2% si reca al lavoro con un mezzo di trasporto privato, mentre il 17,8% dei partecipanti all’indagine si sposta a piedi o in bicicletta. Meno del 2% degli intervistati, invece, si sposta utilizzando la navetta aziendale.